Trailer del film |
Interessante film che critica, con uno stile ispirato, l'apparire, il mondo televisivo e il desiderio di fama. La vicenda si sviluppa intorno all'incidente che ha una conduttrice televisiva (Bella), nel quale sembra che sia rimasta sfigurata. Ad operarla dovrà pensarci il marito (Renè), primario e proprietario di una clinica di chirurgia estetica. Lui ha un piano in serbo per lei per farla tornare ai fasti di un tempo e per intascare i soldi dell'assicurazione, con cui ripianare i debiti della clinica. La storia segue un andamento abbastanza lineare ma, nonostante segua una linea narrativa non innovativa, riesce a proporsi in una veste interessante che non fa sopraggiungere il senso di già visto. La pellicola si muove su binari tendenti al favolistico, con una messa in scena lievemente sopra le righe che tende a rappresentare una realtà con toni leggeri nonostante i temi trattati siano abbastanza seri. L'ambientazione è ciò che, più delle vicende dei protagonisti, mette in luce le cose contro cui si scaglia il regista. Ad esempio, i pazienti della clinica sono persone alla continua ricerca di un aspetto perfetto, non volendo cedere ai segni dell'età ed essi vengono rappresentati, ad inizio film, come degli zombi o dei moderni mostri di Frankenstein che vengono "ricostruiti" sia nel corpo che nell'identità da parte del primario/Frankenstein. Tale parallelismo è reso immediato dalla scelta di fare in bianco e nero le operazioni, creando una sala operatoria dalle atmosfere vagamente orrorifiche. Un'altra critica portata avanti attraverso elementi di contorno è quella legata alle persone che si accampano fuori della clinica per seguire gli sviluppi della degenza di Bella, così da diventare anche loro parte della notizia grazie alla luce riflessa dalla VIP. Queste sono viste in maniera dispregiativa dal regista, che le mostra prive di un'identità propria, che le porta ad inserirsi nelle vite altrui. Ciò è visibile anche attraverso l'uso che viene fatto delle maschere di Bella da parte di questa gente, che potrà così identificarsi ancora di più con lei. La linea narrativa principale porta invece avanti una critica al mondo dello spettacolo, visto come popolato da arrivisti senza scrupoli che non presentano alcuna morale. La regia l'ho trovata buona, con delle trovate visive intelligenti, che rendono il film moderno nonostante tenda a richiamare le atmosfere dei film anni 40. Un grande aiuto in tal senso viene dalla bella colonna sonora che ricorda molto quelle delle pellicole dell'anteguerra. Sono numerose anche le citazioni ad altri film facenti parte dei generi più disparati. Anche la fotografia è ben studiata e ispirata nelle inquadrature, anche se alcune sequenze sono meno riuscite, come ad esempio quella del secondo sogno, che sembra realizzato in maniera non ottimale. I personaggi sono tutti ben caratterizzati, anche se non sono molto realistici nei loro comportamenti, così da mantenere il tono favolistico della pellicola. Gli attori recitano di conseguenza, anche se non danno prove attoriali eccelse. Molti di loro non verranno approfonditi molto, ma verranno sfruttati unicamente per le loro caratteristiche più superficiali. Gli unici tre personaggi che hanno una struttura più complessa sono i due coniugi e il capo della manutenzione, dato che i primi avranno un rapporto dominato/dominatrice con il marito che tenterà di prendere il posto della moglie essendo invidioso della sua visibilità, mentre il terzo inizierà come persona onesta che poi, di fronte al guadagno, abbandonerà i suoi amici, anche lui alla ricerca della fama. Il finale è emblematico e dissacrante, rappresentate il fatto che tutti i difetti e le colpe che uno tenta di nascondere tornano a galla e vanno a macchiare ancor più vistosamente la persona. Una cosa che non ho capito molto nella storia è l'utilità che ha avuto l'inserimento di un asteroide che minaccia di colpire la Terra ai fini della trama, dato che non aiuta in alcun modo le tesi portate avanti e conferisce alla scena finale, un tono trash che stona un po' con il resto della pellicola. Quindi quest'opera è stata una piacevole sorpresa (non una pietra miliare), dato che riesce ad essere visivamente interessante e non banale, oltre a mandare buoni spunti di riflessione (a volte un po' abusati) con un tono leggero, che permette di avere una visione più critica rispetto ai toni più seri che vengono generalmente usati.
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