sabato 23 novembre 2013

Venere in pelliccia (2013) di Roman Polanski

Trailer del film


Venere in pelliccia racconta dell'audizione di una donna con il regista che ha adattato l'omonima opera per il teatro. Durante il provino fra i due nascerà un rapporto mutevole e i confini fra la realtà e la pièce teatrale si faranno molto sottili. Mettere in scena un film di questo tipo è molto difficile, dato che sono presenti in scena unicamente due attori che dialogano incessantemente fra loro. Pochi registi/sceneggiatori sarebbero riusciti a rendere la storia così accattivante, ritmata e con un'atmosfera unica fortemente carica di erotismo. Una buona parte del merito va indubbiamente ai due interpreti che sono riusciti a dare delle performance incredibilmente credibili e hanno scatenato fra loro un'alchimia palpabile. La regia è eccezionale, dato che evita di rimanere statica, ma riesce a non rendere il film troppo lento e riesce a mantene appassionante la vicenda. Un grande merito, come già scritto, va indubbiamente al lavoro di sceneggiatura che ha partorito dialoghi ottimi che si sono fusi perfettamente con la parti tratte dall'opera originale. La messa in scena è molto spoglia, dato che tutto si svolge su un palco di teatro, ma non mi ha mai dato la sensazione di vuoto, dato che i due personaggi, grazie alle loro performance e ad un ottimo comparto tecnico fanno immergere lo spettatore nelle scene che vengono provate. Anche la scelta di far sentire i rumori degli oggetti non presenti sulla scena (tazzina del caffè, contratto) l'ho trovata una scelta molto intelligente per migliorare ulteriormente l'atmosfera creata. Una cosa che ho trovato molto interessante è come si evolve e si sviluppa il rapporto fra i due attori: in una prima fase lui dirige lei per provare le varie parti, poi man mano che la storia va avanti i due entreranno talmente tanto nel personaggio da far diventare lei dominatrice e lui sottomesso. Un passaggio simbolico che indica l'impersonificazione quasi totale dei due con i personaggi è quando Vanda chiamerà Thomas con il suo vero nome pure durante la prova delle scene e il passaggio definitivo fra dominato e dominatore è simboleggiato dal passaggio del collare. La bellezza della pellicola sta anche nel personaggio di Vanda, dato che sembra essere l'impersonificazione di Venere che nel finale perde tutta la sua umanità e parte della sua carica erotica. Lei servirà a far analizzare a Thomas la sua sessualità e la sua vita facendoli capire come lui si trattenga per evitare di mostrare il suo vero io. Questa vicenda, infatti, lo porterà a mettere alla berlina la sua vera natura e il suo piacere nell'essere sottomesso, come è facilmente visibile nello scambio di parti che avviene fra i due, così da far rimanere lui il dominato. In conclusione questo è un ottimo film, molto intellettuale, che analizza attraverso una struttura a scatole cinesi, la sessualità e la capacità di ognuno di accettarsi per quello che è. Tutto ciò è reso possibile grazie alla grande prova di tutti quelli che hanno preso parte al progetto, riuscendo a rendere cinematografico un qualcosa che non lo era e raggiungendo un risultato eccellente, che ha al suo interno molte chiavi di lettura e molti spunti di riflessione.

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