venerdì 15 novembre 2013

Nickname: Enigmista (2005) di Jeff Wadlow


Trailer del film



Buon thriller/horror ambientato in un college. La storia parte dall'omicidio di una ragazza nel bosco vicino ad una scuola. Da tale avvenimento un gruppo di ragazzi creeranno un macabro gioco, facendo credere agli studenti che il killer sia all'interno dell'istituto. Purtroppo per i giovani organizzatori, l'omicida li contatterà via chat informandoli che li ucciderà presto. La storia è abbastanza interessante e dosa bene le rivelazioni e i colpi di scena, rimanendo appassionante per tutta la sua durata e mantenendo un ritmo crescente fino al finale che risulta essere convincente. Purtroppo alcune trovate nella trama sanno di già visto (la relazione amorosa col professore) e durante la pellicola sono presenti delle spiegazioni un po' troppo eccessive. Oltre a ciò c'è da dire che il piano messo in atto dall'assassino è un po' troppo meticoloso e si basa su un po' troppe reazioni casuali per poter essere credibile al 100%. Nel complesso resta comunque una storia molto interessante e che coinvolge lo spettatore. La regia è nella media, ma riesce comunque a creare tensione in alcune scene e a rendere chiara la vicenda. La fotografia sfrutta molto luci naturali o l'illuminazione elettrica, anche se tutto sembra eccessivamente patinato e pulito, minando molto la messa in scena. Anche i filtri usati durante le sequenze di immaginazione/flashback non è bellissimo e non rende le inquadrature molto piacevoli. La colonna sonora non è granché dato che si alternano pezzi rock bruttini a brani musicali strasentiti tipici del genere. I personaggi non sono molto approfonditi, anche se riescono a distinguersi l'uno dall'altro, grazie anche ad una caratterizzazione abbastanza stereotipata. Il personaggio scritto meglio è senza dubbio Dodger, la quale da sempre l'idea di essere una buona manipolatrice e di essere spietata. Gli attori non danno performance degne di nota, anche se il protagonista è quello che rimane più anonimo, sia come personalità, sia come espressività. In definitiva, ci troviamo di fronte ad un'opera discreta che riesce a divertire e ad appassionare, pur senza eccellere.

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